Isiamed, emendamento cancella emendamento

Chi ha seguito la vicenda ne aspetta il lieto fine per una questione di principio. Chi non l’ha seguita può invece leggerla qui. La storia è quella di Isiamed, un emendamento da 3 milioni di euro che nei mesi scorsi aveva fatto gridare allo scandalo per il modo improprio con cui il Governo Gentiloni aveva investito nell’innovazione senza arte né parte. Un emendamento che ora potrebbe scomparire grazie ad un ulteriore emendamento, questa volta riparatore, con cui mettere un punto finale all’intera vicenda.

Tre milioni di euro alla ricerca di un “modello italiano”, tre milioni per una serie di parole sconnesse che – come appariva evidente fin dal principio – non avrebbero sortito alcunché. Ma erano tre milioni all’ombra dei quali si nascondeva una strizzata d’occhio con cui sostenere il precedente esecutivo, una sorta di piccolo obolo alla stabilità. Ma era un obolo che tirava nuovamente per la giacchetta l’innovazione (ambito nel quale troppo spesso i capitali da investire non sono stati trovati) e che quindi è diventato rapidamente un casus belli.

L’emendamento riparatore

Il caso potrebbe dirsi formalmente chiuso poiché Isiamed, l’ente destinatario dei tre milioni di euro, è svanito rapidamente, non incasserà la somma e la somma stessa è già stata messa nel mirino dall’Anticorruzione. Ma quando un problema diventa questione di principio che scotta tra le mani degli attivisti, il formalismo non è certo sufficiente.

Il caso Isiamed ebbe inizio il 27 dicembre 2017, quando tra un Natale, un Capodanno e una legge Finanziaria si infilava un articolo destinato a far discutere. A distanza di un anno abbiamo un finto modello digitale italiano in meno e tre milioni di euro in più. Ma non basta: solo l’approvazione del nuovo emendamento spazzerà definitivamente via una macchia da dimenticare. Ed un’ampia maggioranza su questo emendamento potrebbe essere un buon modo per archiviare il caso.

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