RedStarOS

GNU/Linux è uno dei migliori esempi di libertà nel mondo dell’informatica, chiunque è libero di modificare il software sviluppando il suo sistema operativo ideale. Il problema è che di questa libertà bisogna fare un buon uso. Un esempio di pessimo uso della libertà del software è sicuramente Red Star OS, il sistema operativo ufficiale della Corea del Nord. Si tratta di una versione di Fedora modificata dagli esperti della dittatura coreana per limitare le libertà degli utenti. Apparentemente è una normale distro con desktop simile a quello di MacOS, anche se disponibile esclusivamente in lingua coreana, ma si possono notare qua e là delle modifiche che impediscono all’utente di avere il pieno controllo del computer. Controllo che, invece, è disponibile per il governo di Kim Jong Un. Per ovvi motivi di sicurezza sconsigliamo di installare questo sistema operativo su un vero computer, anche se tramite pendrive. È decisamente più prudente usare una macchina virtuale, come VirtualBox.



Durante la procedura di installazione bisogna indicare le varie solite informazioni di qualsiasi distro GNU/Linux, incluso il proprio fuso orario. Si possono scegliere varie città, anche in Europa e America, ma curiosamente non è possibile scegliere Seoul, la capitale della Corea del Sud. In tutte le schermate il pulsante per andare avanti è sempre quello in basso a destra.



È richiesto che la password del proprio utente sia piuttosto robusta, con lettere maiuscole, minuscole e numeri. In parte per dare ai cittadini l’illusione della privacy, in parte probabilmente per evitare attacchi da parte di altre nazioni. Le guerre del futuro, in fondo, si combattono sulla rete paralizzando i computer degli avversari.



Il browser è una sorta di versione modificata, minimale, di Firefox. Si nota subito che i siti web usano i nomi di dominio, invece dei numeri come accade in Cina. Provando il sistema operativo dall’esterno della Corea del Nord è possibile visitare anche siti occidentali, come Wikipedia. Questo perché il controllo dei nomi di dominio viene effettuato a monte, dalla rete governativa, e non all’interno del sistema operativo.



Il sistema ha comunque una serie di meccanismi di controllo piuttosto severi: tutti i file creati vengono marchiati con un apposito watermark derivante dal numero di serie dell’hard disk. Quindi è possibile per il governo coreano tenere traccia di tutti gli spostamenti dei file, per capire chi invia documenti e risalire a tutti i passaggi di mano di un file. Inoltre, se si cercano di disabilitare alcuni controlli di “sicurezza”, il computer si riavvia e cancella l’intero contenuto del disco rigido.

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