Windows File Manager, amarcord in salsa open source

Roma – L’ultimo “regalo” di Microsoft al mondo dell’open source è a dir poco inaspettato, visto che si tratta di una versione più o meno modificata di un componente software risalente a quasi trenta anni fa. Redmond ha infatti rilasciato Windows File Manager (WinFile) sotto licenza MIT, permettendo a utenti e sviluppatori di rivivere almeno una piccola parte dell’esperienza informatica su PC tipica degli anni in cui Windows non era ancora un sistema operativo vero e proprio.

Il debutto di WinFile risale infatti all’epoca di Windows 3.0, spiega Microsoft sulla pagina ufficiale del progetto ospitata su GitHub, un “ambiente operativo” da lanciare rigorosamente dalla riga di comando del DOS. Poi è arrivato Windows 95, infine NT e la sua discendenza consumer (da XP in poi) ha imposto Explorer come lo strumento predefinito per la navigazione tra file e cartelle in ambiente Windows.
La versione di WinFile rilasciata da Microsoft è basata sul codice sorgente di Windows NT 4 risalente al novembre del 2007, ha spiegato Redmond, ed è stata naturalmente aggiornata per permetterne l’utilizzo corretto su ambienti Windows moderni con tanto di supporto ai nomi di file lunghi e alle API recenti.

In realtà su GitHub sono presenti due diverse versioni a 32-bit del vetusto File Manager, una sostanzialmente fedele all’esperienza originaria (compilabile su Visual Studio 2015 o 2017) e un’altra “original plus” con caratteristiche avanzate come il supporto al copia e incolla, drag&drop OLE, menu contestuali e nuove opzioni di ricerca.
WinFile è dunque il figlio a 16-bit di un’altra epoca, e risponde a paradigmi di interazione che forse negli anni 90 potevano risultare adeguati ma che nel 2018 non rappresentano certo lo strumento ideale per sfogliare il contenuto di dischi fissi e unità di storage assortite.

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